C-WHITE SPIRIT
Revisione 2 di ottobre 2013 n° batch 193-AC
 

1. IDENTIFICAZIONE DEL PRODOTTO E DELLA SOCIETA'
Nome commerciale: WHITE SPIRIT
Nome chimico e sinonimi: prodotto per la nautica - solvente, reagente, diluente
Fornitore: Cecchi Gustavo & C. srl - Via M. Coppino 253, 55049 Viareggio (LUCCA)
www.cecchi.it - info@cecchi.it
Numero telefonico di chiamata urgente: 0584/383694 orari ufficio 8.30-12.30, 14.00-18.30 da Lunedì a Venerdì
Persona competente responsabile della scheda di dati di sicurezza: info@cecchi.it

2. IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI
2.1. CLASSIFICAZIONE DELLA SOSTANZA
CLASSIFICAZIONE AI SENSI DEL REGOLAMENTO (CE) 1272/2008:
· PITTOGRAMMI: GHS02 - GHS08 - GHS 07
· INDICAZIONI DI PERICOLO H226 LIQUIDO E VAPORE INFIAMMABILE
H304 PUÒ ESSERE LETALE IN CASO DI INGESTIONE E DI PENETRAZIONE NELLE VIE RESPIRATORIE
H336 PUÒ PROVOCARE SONNOLENZA O VERTIGINI
EUH066 L'ESPOSIZIONE RIPETUTA PUÒ PROVOCARE SECCHEZZA E SCREPOLATURE DELLA PELLE
CLASSIFICAZIONE AI SENSI DELLA DIRETTIVA 67/548/CEE:
· PITTOGRAMMI: XN – NOCIVO
· FRASI DI RISCHIO:
R10 INFIAMMABILE
R65 NOCIVO: PUÒ CAUSARE DANNI AI POLMONI IN CASO DI INGESTIONE.
R66 L'ESPOSIZIONE RIPETUTA PUÒ PROVOCARE SECCHEZZA E SCREPOLATURE DELLA PELLE
2.2. ELEMENTI DELL'ETICHETTA AI SENSI DEL REGOLAMENTO (CE) 1272/2008:

GHS02 GHS08 GHS07

CONTIENE:
· AVVERTENZA PERICOLO
· INDICAZIONI DI PERICOLO
H226 LIQUIDO E VAPORE INFIAMMABILE
H304 PUÒ ESSERE LETALE IN CASO DI INGESTIONE E DI PENETRAZIONE NELLE VIE RESPIRATORIE
H336 PUÒ PROVOCARE SONNOLENZA O VERTIGINI
EUH066 L'ESPOSIZIONE RIPETUTA PUÒ PROVOCARE SECCHEZZA E SCREPOLATURE DELLA PELLE
· CONSIGLI DI PRUDENZA
P102 TENERE FUORI DALLA PORTATA DEI BAMBINI.
P210 TENERE LONTANO DA FONTI DI CALORE/SCINTILLE/FIAMME LIBERE/SUPERFICI RISCALDATE
- NON FUMARE
P280 INDOSSARE GUANTI/INDUMENTI PROTETTIVI/PROTEGGERE GLI OCCHI/IL VISO
P301+P310 IN CASO DI INGESTIONE: CONTATTARE IMMEDIATAMENTE UN CENTRO
ANTIVELENI O UN MEDICO
P331 NON PROVOCARE IL VOMITO
P501 SMALTIRE IL PRODOTTO/RECIPIENTE IN CONFORMITÀ AL D.LGS. 152/06 E S.M.I.
Fare riferimento alla sezione 16. per il testo completo delle frasi di rischio e delle indicazioni di pericolo delle sostanze elencate.
2.3. ALTRI PERICOLI
L'utilizzo di questo agente chimico comporta l'obbligo della "Valutazione dei rischi" da parte del datore di lavoro secondo le disposizioni del DLgs. 9 aprile 2008 n. 81. I lavoratori esposti a questo agente chimico non devono essere sottoposti alla sorveglianza sanitaria se i risultati della valutazione dei rischi dimostrano che, in relazione al tipo ed alla quantità di agente chimico pericoloso e alla modalità e frequenza di esposizione a tale agente, vi è solo un "Rischio moderato" per la salute e la sicurezza dei lavoratori e che le misure previste nello stesso DLgs. sono sufficienti a ridurre il rischio.
In alcune circostanze, il prodotto può accumulare cariche elettrostatiche in quantità notevole, con rischio di scariche che possono innescare incendi o esplosioni. I vapori sono più pesanti dell’aria e possono accumularsi in spazi confinati. Esiste il rischio di ustioni termiche in caso di contatto diretto con la pelle o con gli occhi, quando il prodotto è manipolato ad alta temperatura.
La sostanza non soddisfa i criteri di classificazione PBT o vPvB di cui all’allegato XIII del REACH.

3. COMPOSIZIONE/INFORMAZIONI SUGLI INGREDIENTI
3.1. COMPOSIZIONE/INFORMAZIONI SUGLI INGREDIENTI

- Acqua ragia minerale dearomatizzata 100.00%
NUMERO INDICE 64742-82-1
NUMERO CAS 64742-82-1
NUMERO CE 265-185-4

La sostanza è un complesso UVCB, Numero CAS N.A., Numero CE 919-446-0, Numero Indice N.A (“Idrocarburi, C9-C12, n-alcani, isoalcani, ciclici, < 2 % aromatici” Combinazione complessa e variabile di idrocarburi paraffinici, ciclici e aromatici, aventi numero di atomi di carbonio prevalentemente nell'intervallo C9-C12 e punto di ebollizione nell'intervallo 135°C - 220°C”): 100% in peso.
Altre informazioni:
Nota H
La classificazione e l’etichettatura indicate per questa sostanza concernono la proprietà o le proprietà pericolose specificate dall’indicazione o dalle indicazioni di pericolo in combinazione con la classe o le classi di pericolo e la categoria o le categorie indicate. Le disposizioni dell’articolo 4 relative a fabbricanti, importatori o utilizzatori a valle di questa sostanza si applicano a tutte le altre classi e categorie di pericolo. Per le classi di pericolo per le quali la via di esposizione o la natura degli effetti determina una differenziazione della classificazione della classe di pericolo, il fabbricante, l'importatore o l'utilizzatore a valle sono tenuti a prendere in considerazione le vie di esposizione o la natura degli effetti non ancora considerate. L’etichetta finale deve essere conforme alle prescrizioni dell'articolo 17 e della sezione 1.2 dell’allegato I. La classificazione e l'etichetta di questa sostanza concernono soltanto la proprietà o le proprietà pericolose specificate dalla frase o dalle frasi di rischio, in combinazione con la categoria o le categorie di pericolo indicate. Il fabbricante, l'importatore e l'utilizzatore a valle della sostanza sono tenuti ad
effettuare una ricerca per essere al corrente dei dati pertinenti e accessibili esistenti su tutte le altre proprietà per classificare ed etichettare la sostanza.

4. MISURE DI PRIMO SOCCORSO
4.1. DESCRIZIONE DELLE MISURE DI PRIMO SOCCORSO
Ingestione:
Non provocare il vomito per evitare il rischio di aspirazione. Non somministrare nulla per bocca a una persona in stato di incoscienza. In caso di ingestione presumere sempre che sia avvenuta aspirazione. Trasportare immediatamente l’infortunato in ospedale. Non attendere la comparsa dei sintomi. In caso di vomito spontaneo, mantenere la testa in basso per evitare il rischio aspirazione del vomito nei polmoni.
Inalazione: In caso di respirazione difficoltosa, portare l’infortunato all'aria aperta e mantenerla in una posizione comoda per la respirazione. Se l’infortunato è incosciente e non respira, verificare l'assenza di ostacoli alla respirazione e praticare la respirazione artificiale da parte di personale specializzato. Se
necessario, effettuare un massaggio cardiaco esterno e consultare un medico. Se l’infortunato respira, mantenerlo in posizione laterale di sicurezza. Somministrare ossigeno se necessario.
Contatto con la pelle:
Rimuovere le calzature e gli indumenti contaminati e smaltirli in sicurezza. Lavare la parte interessata con acqua e sapone. In caso di irritazioni, gonfiore o rossore, consultare un medico specialista. Per ustioni termiche, raffreddare la parte lesa. Tenere la parte ustionata sotto acqua corrente fredda per almeno cinque minuti, o fino a quando il dolore scompare. Evitare un'ipotermia generale. Non applicare ghiaccio sull'ustione. NON tentare di rimuovere le porzioni di indumento attaccate alla pelle bruciata ma tagliarne i contorni. Durante l'utilizzo di apparecchiature ad alta pressione, può verificarsi un’iniezione di prodotto, anche senza lesione esterne apparenti. In tal caso trasferire immediatamente l'infortunato in ospedale. Non attendere la comparsa dei sintomi.
Contatto con gli occhi:
Rimuovere, se presenti, le lenti a contatto se la situazione consente di effettuare l'operazione con facilità. Continuare a risciacquare. Consultare immediatamente un medico specialista nel caso in cui irritazioni, vista offuscata o gonfiore si sviluppano e persistono. Nel caso in cui il prodotto caldo entri in contatto con gli occhi, sciacquare la parte lesa con acqua per dissipare il calore. Consultare immediatamente un medico per una valutazione delle condizioni e del trattamento opportuno da praticare sull’infortunato.
Servizi di pronto soccorso:
Assicurarsi che la stazione per sciacquarsi gli occhi e le docce di sicurezza siano
vicine al posto dove il lavoro viene eseguito.

4.2. PRINCIPALI SINTOMI ED EFFETTI, SIA ACUTI CHE RITARDATI
Sintomi: Arrossamenti, irritazioni, leggera irritazione agli occhi. L'inalazione dei vapori
può provocare mal di testa, nausea, vomito e uno stato di coscienza alterato.
Ingestione: pochi o nessun sintomo previsto. Eventualmente, possono
presentarsi nausea e diarrea.

4.3. INDICAZIONE DELLA EVENTUALE NECESSITÀ DI CONSULTARE IMMEDIATAMENTE UN MEDICO E DI TRATTAMENTI
Inalazione: In caso di inalazione consultare un medico nel caso in cui la vittima si trovi in uno stato di coscienza alterato, o se i sintomi non scompaiono.
Servizi di pronto soccorso: Assicurarsi che la stazione per sciacquarsi gli occhi e le docce di sicurezza siano vicine al posto dove il lavoro viene eseguito.

5. MISURE ANTINCENDIO
5.1. MEZZI DI ESTINZIONE
Mezzi di estinzione raccomandati: Le misure antincendio dovrebbero essere adottate per i materiali che si trovano nelle vicinanze. Incendi di piccole dimensioni: terra o sabbia, anidride carbonica, schiuma, polvere chimica secca. Incendi di grandi dimensioni: schiuma, acqua nebulizzata, Nota: l’uso di acqua a getto frazionato (acqua nebulizzata) è riservato al personale appositamente addestrato. Altri gas inerti (come permessi dalla normativa).
Mezzi di estinzione vietati:
Non utilizzare getti d'acqua diretti sul prodotto che brucia, possono causare schizzi e diffondere l'incendio. Evitare l'utilizzo simultaneo di schiuma e acqua sulla stessa superficie poiché l'acqua distrugge la schiuma.
Mezzi di protezione antincendio: La presenza della sostanza richiede l’adozione di precauzioni particolari.

5.2. PERICOLI SPECIALI DERIVANTI DALLA SOSTANZA O DALLA MISCELA
Rischi particolari: Sostanza infiammabile.
Pericoli di esposizione in caso d’incendio: La combustione incompleta potrebbe generare una complessa miscela di particelle solide e liquide aerodisperse e di gas, incluso CO (monossido di carbonio), composti organici e inorganici non identificati.

5.3. RACCOMANDAZIONI PER GLI ADDETTI ALL’ESTINZIONE DEGLI INCENDI
Equipaggiamento in caso d’incendio: Elmetto protettivo con visiera, indumenti ignifughi (giacca e pantaloni ignifughi con fasce intorno a braccia, gambe e vita), guanti da intervento (antincendio,
antitaglio e dielettrici), autorespiratore (autoprotettore).

6. MISURE IN CASO DI RILASCIO ACCIDENTALE
6.1. PRECAUZIONI PERSONALI, DISPOSITIVI DI PROTEZIONE E PROCEDURE IN CASO DI EMERGENZA
Se le condizioni di sicurezza lo consentono, arrestare o contenere la perdita alla fonte. Evitare il contatto diretto con il materiale rilasciato. Rimanere sopravvento. In caso di sversamenti di grande entità, avvertire i residenti delle zone sottovento. Allontanare il personale non coinvolto dall'area dello sversamento. Avvertire le squadre di emergenza. Salvo in caso di versamenti di piccola entità, la fattibilità degli interventi deve sempre essere valutata e approvata, se possibile, da personale qualificato e competente incaricato di gestire l'emergenza. Eliminare tutte le fonti di accensione se le condizioni di sicurezza lo consentono (es.: elettricità, scintille, fuochi, fiaccole). Utilizzare esclusivamente attrezzi antiscintilla. Se richiesto, comunicare
l'evento alle autorità preposte conformemente alla legislazione applicabile.
Sversamenti di piccola entità: i tradizionali indumenti di lavoro antistatici sono generalmente appropriati.
Sversamenti di grande entità: indumento di protezione totale resistente agli agenti chimici e realizzato in materiale antistatico, Se necessario, resistente al calore e isolato termicamente. Guanti da lavoro che forniscano un'adeguata resistenza agli agenti chimici, in particolare agli idrocarburi aromatici. Se il contatto con il prodotto caldo è possibile o prevedibile, i guanti devono essere resistenti al calore e termicamente isolati. I guanti realizzati in PVA (polivinilalcool) non sono resistenti all'acqua e non sono adatti per uso di emergenza. Elmetto di protezione. Scarpe o stivali di sicurezza antistatici e antisdrucciolo resistenti agli agenti chimici. Occhiali di protezione o dispositivi di protezione per il viso se schizzi o contatto con gli occhi sono possibili o prevedibili.
Protezione respiratoria: una semimaschera o una maschera intera dotata di filtro tipo AX (marrone per vapori organici con basso punto di ebollizione), o un respiratore autonomo possono essere utilizzati secondo l'entità dello sversamento e del livello prevedibile di esposizione. Nel caso in cui la situazione non possa essere completamente valutata o se c'è il rischio di carenza di ossigeno, utilizzare esclusivamente un respiratore autonomo.
6.2. PRECAUZIONI AMBIENTALI
Circoscrivere e raccogliere eventuali fuoriuscite con materiale assorbente non combustibile, come sabbia, terra, vermiculite, diatomite e provvedere allo smaltimento della sostanza in un contenitore in conformità alla normativa vigente. Non disperdere la sostanza nel sistema fognario e nei corsi d'acqua.
6.3. METODI E MATERIALI PER IL CONTENIMENTO E PER LA BONIFICA
Spandimenti sul suolo: se necessario, arginare la sostanza con terra asciutta, sabbia o altro materiale non infiammabile. Gli sversamenti di grande entità possono essere ricoperti con cautela di schiuma, se disponibile, al fine di prevenire i rischi di incendio. Non usare getti diretti. All'interno di edifici o spazi confinati, garantire una ventilazione appropriata. Assorbire la sostanza versato con materiali non infiammabili. Raccogliere la sostanza versato con mezzi adeguati. Trasferire la sostanza e gli altri materiali contaminati raccolti in adeguati serbatoi o contenitori per il riciclo o lo smaltimento in sicurezza. In caso di
contaminazione del terreno, rimuovere il suolo contaminato e trattare conformemente alla legislazione locale.
Spandimenti in acqua: in caso di piccoli sversamenti in acque chiuse (es.: nei porti) contenere la sostanza utilizzando barriere galleggianti o altri dispositivi. Raccogliere la sostanza versato con specifici materiali assorbenti galleggianti. Se possibile, contenere gli sversamenti maggiori in acqua utilizzando barriere galleggianti o altri mezzi meccanici. Se ciò non fosse possibile, controllare il livello di diffusione del prodotto versato e raccogliere il materiale utilizzando uno skimmer o altro mezzo meccanico. L'utilizzo di agenti disperdenti deve essere proposto da un esperto e, se richiesto, autorizzato dalle autorità locali competenti. Raccogliere la sostanza recuperato e gli altri materiali in adeguati serbatoi o contenitori, per il riciclo o lo
smaltimento in sicurezza. Le misure raccomandate si basano sugli scenari più probabili di sversamento per questo prodotto. Le condizioni locali (vento, temperatura dell'aria, direzione e velocità delle onde e delle correnti) possono, tuttavia, influire significativamente sulla scelta dell'azione da compiere. Consultare, pertanto, esperti locali se necessario. La legislazione locale può stabilire o limitare le azioni da compiere.
6.4. RIFERIMENTO AD ALTRE SEZIONI
Per ulteriori informazioni in merito ai dispositivi di protezione individuale, fare riferimento alla sezione "Controllo delle esposizioni e protezione individuale"
Consultare le sezioni 7, 8 e 13.

7. MANIPOLAZIONE E IMMAGAZZINAMENTO
7.1. PRECAUZIONI PER LA MANIPOLAZIONE SICURA
Rischio di miscela esplosiva di vapori e aria. Assicurarsi che tutte le disposizioni in materia di atmosfere esplosive e strutture di gestione e stoccaggio dei prodotti infiammabili siano correttamente rispettate. Adottare misure precauzionali contro l'elettricità statica. Tenere lontano da fonti di calore/scintille/fiamme libere/superfici calde. Non fumare. Utilizzare e conservare esclusivamente all'esterno o in un luogo ben ventilato. Utilizzare appropriati dispositivi di protezione individuale, se necessario. Non utilizzare aria compressa durante le operazioni di riempimento, scarico o manipolazione. Il vapore è più pesante dell'aria: prestare particolare attenzione all'accumulo nei pozzi e negli spazi confinati. Evitare il contatto con pelle e occhi. Non ingerire. Evitare di respirare vapori. Non rilasciare nell'ambiente. Assicurarsi che siano adottate adeguate misure di pulizia (housekeeping). Il materiale contaminato non deve accumularsi nei luoghi di lavoro e non deve mai essere conservato in tasca. Tenere lontano da cibi e bevande . Non mangiare, bere o fumare durante l'utilizzo del prodotto. Lavare accuratamente le mani dopo la manipolazione. Non riutilizzare gli indumenti contaminati.
7.2. CONDIZIONI PER L’IMMAGAZZINAMENTO SICURO, COMPRESE EVENTUALI INCOMPATIBILITÀ
Stoccaggio: La struttura dell'area di stoccaggio, le caratteristiche dei serbatoi, le apparecchiature e le procedure operative devono essere conformi alla legislazione pertinente in ambito europeo, nazionale o locale. Gli impianti di stoccaggio devono essere dotati di appositi sistemi per prevenire la contaminazione del suolo e delle acque in caso di perdite o sversamenti. Le attività di pulizia, ispezione e manutenzione della struttura interna dei serbatoi di stoccaggio devono essere effettuate da personale qualificato e correttamente attrezzato, così come stabilito dalla legislazione nazionale, locale, o regolamenti aziendali. Prima di accedere ai serbatoi di stoccaggio e avviare qualsiasi tipo di intervento in uno spazio confinato, effettuare un’adeguata bonifica, controllare l'atmosfera e verificare il contenuto di ossigeno il grado di infiammabilità. Conservare separato dagli agenti ossidanti.
Materiale per imballaggio/trasporto: Acciaio dolce o acciaio inossidabile per contenitori e rivestimenti. Alcuni materiali sintetici possono non essere adatti ai contenitori o ai rivestimenti sulla base delle caratteristiche del materiale e degli usi previsti. Verificare la compatibilità presso il produttore in relazioni alle condizioni di utilizzo. Se il prodotto è fornito in contenitori, conservare esclusivamente nel contenitori
originale o in un contenitori adatto al tipo di prodotto. Conservare i contenitori accuatamente chiusi e correttamente etichettati. I contenitori vuoti possono contenere residui infiammabili di prodotto, ciò può causare pericolo di incendi o esplosioni. Aprire lentamente per tenere sotto controllo eventuali rilasci di pressione. Non saldare, brasare, perforare, tagliare o incenerire i contenitori vuoti a meno che essi non siano stati adeguatamente bonificati.
7.3. USI FINALI PARTICOLARI
Vedi scenari di esposizione allegati.

8. CONTROLLO DELL'ESPOSIZIONE/PROTEZIONE INDIVIDUALE
8.1. PARAMETRI DI CONTROLLO

DNEL (Livello Derivato di Non Effetto)
Vie di
Esposizione DNEL lavoratori DNEL popolazione generale
Cronico, effetti
locali
Cronico, effetti
sistemici
Acuto, effetti
locali
Acuto, effetti
sistemici
Cronico, effetti
locali
Cronico, effetti sistemici Acuto, effetti
locali
Acuto, effetti
sistemici

orale nota a nota a nota a nota a nota a 19 mg/kg/24h nota a nota a
dermica nota a 300 mg/kg/g nota a nota a nota a 300 mg/kg/g nota a nota a
inalatoria nota a 1500 mg/m3 nota a 570 mg/m3 nota a 900 mg/m3 nota a 570 mg/m3
Nota a: non è stato identificato un valore di soglia, o informazioni su relazione dose/risposta. Se necessario, fare riferimento ai valori per esposizione prolungata.

8.2. PARAMETRI DI CONTROLLO
Misure di ordine tecnico:
Provvedere ad un’adeguata aerazione dei locali e un buon sistema di ricambio dell’aria. Prima di accedere ai serbatoi di stoccaggio e avviare qualsiasi tipo di intervento in uno spazio confinato, eseguire un’adeguata bonifica, controllare l'atmosfera e verificare il contenuto di ossigeno il grado di infiammabilità. Se questo non è attuabile usare i mezzi di protezione individuali. Protezione delle mani: In assenza di sistemi di contenimento e in caso di possibilità di contatto con la pelle, usare guanti con polsini alti resistenti agli idrocarburi, felpati internamente, Se necessario, resistente al calore e isolato termicamente. Materiali presumibilmente adeguati: nitrile, PVC o PVA (polivinilalcool) con indice di protezione da agenti chimici almeno pari a 5 (tempo di permeazione > di 240 minuti). Usare i guanti nel rispetto delle condizioni e dei limiti fissati dal produttore. Nel caso, fare riferimento alla norma UNI EN 374. I guanti devono essere sottoposti a periodica ispezione e sostituiti in caso di usura, perforazione o contaminazione.
Protezione degli occhi:
In assenza di sistemi di contenimento e in caso di rischio di contatto con occhi/volto, indossare una protezione per la testa e per il viso (visiera e/o occhiali di protezione (EN 166). Protezione respiratoria: In assenza di sistemi di contenimento: Utilizzare dispositivi approvati di protezione delle vie respiratorie: maschere intere dotate di cartuccia filtro di tipo AX (marrone per vapori organici con basso punto di ebollizione). Per le caratteristiche, fare riferimento al DM 2/5/2001.
In ambienti confinati: Utilizzare dispositivi approvati di protezione delle vie respiratorie: maschere intere dotate di cartuccia filtro di tipo AX (marrone per vapori organici con basso punto di ebollizione). Se non è possibile determinare o stimare con buona certezza i livelli di esposizione o se è possibile che si verifichi una carenza d'ossigeno, utilizzare esclusivamente un respiratore autonomo (EN 529). Per le caratteristiche, fare riferimento al DM 2/5/2001
Protezione della pelle: In assenza di sistemi di contenimento e in caso di possibilità di contatto con la pelle, usare guanti con polsini alti resistenti agli idrocarburi, felpati internamente. Se necessario, resistente al calore e isolato termicamente.
Materiali presumibilmente adeguati:
Nitrile, PVC o PVA (polivinilalcol) con indice di protezione da agenti chimici almeno pari a 5 (tempo di permeazione > di 240 minuti). Usare i guanti nel rispetto delle condizioni e dei limiti fissati dal produttore. Nel caso, fare riferimento alla norma UNI EN 374. I guanti devono essere sottoposti a periodica ispezione e sostituiti in caso di usura, perforazione o contaminazione.
Regole di Igiene: Non mangiare e/o bere sul luogo di lavoro.

8.3. ALTRE INFORMAZIONI
Negli scenari di esposizione allegati sono riportate le condizioni operative e le misure di gestione che permettono di controllare i rischi per la salute e per l’ambiente associati agli usi identificati della sostanza, relativamente alle caratteristiche di pericolo descritte nella sezione 2.

9. PROPRIETÀ FISICHE E CHIMICHE
9.1. INFORMAZIONI IMPORTANTI RELATIVE ALLA SALUTE, ALLA SICUREZZA E ALL'AMBIENTE
Aspetto liquido con bassa viscosità
Colore chiaro - incolore
Odore caratteristico di petrolio
Soglia olfattiva dato non determinato
pH dato non pertinente
Punto di fusione/congelamento < 20°C
Punto/intervallo di ebollizione 120-150°C (EN ISO3405 e ASTM D-86)
Punto di infiammabilità > 23°C (EN ISO 2719, 13736, ASTM D 93-02a)
Tasso di evaporazione 0.44 (n-BuAc=1)
Infiammabilità (solidi, gas) dato non pertinente
Limiti superiore/inferiore di infiammabilità o di esplosività LEL 0,7%; UEL 7,00%
Tensione di vapore 5 mmHg a 37,8°C (EN 13016-1)
Densità Vapori >1,00
Densità relativa 0,726 g/cm3 a 15°C (ASTM D-4052 e EN ISO12185)
Solubilità sostanza in etanolo, etere dietilico, cloroformio, benzene e benzina.
Idrosolubilità sostanza non solubile in acqua
Coefficiente di ripartizione n-ottanolo/acqua log Pow = 2,1-6
Temperatura di autoaccensione > 200°C (ASTM E659)
Temperatura di decomposizione dato non determinato
Viscosità 1,10 mm2/s a -20°C (ISO 3104 e ASTM D445)
Proprietà esplosive sostanza non esplosiva
Proprietà ossidanti sostanza non ossidante/comburente

9.2. ALTRE INFORMAZIONI
Peso molecolare 141,00 (valore medio)
VOC (Direttiva 1999/13/CE) 100,00 % - 726,00 g/litro.
VOC (carbonio volatile) 84,7 % - 614,92 g/litro.

10. STABILITÀ E REATTIVITÀ
10.1. REATTIVITÀ
La sostanza non presenta ulteriori pericoli legati alla reattività rispetto a quelli riportati nei sottotitoli successivi.
10.2. STABILITÀ
Questa miscela è stabile in relazione alle sue proprietà intrinseche (consultare sezione 7.).
10.3. POSSIBILITÀ DI REAZIONI PERICOLOSE
Il contatto con forti ossidanti (quali perossidi e cromati) può causare un pericolo di incendio. Una miscela con nitrati o altri ossidanti forti (quali clorati, perclorati e ossigeno liquido) può generare una massa esplosiva. La sensibilità al calore, alla frizione e allo shock non possono essere valutate in anticipo.
10.4. CONDIZIONI DA EVITARE
Conservare separato dagli agenti ossidanti. Tenere lontano da fonti di calore/scintille/fiamme libere/superfici calde. Non fumare. Evitare la formazione di cariche elettrostatiche. (consultare sezione 9.).
Consultare sezioni 10.1. e 10.3. .
10.5. SOSTANZE DA EVITARE
Materiali infiammabili, Agenti Ossidanti come quali clorati, perclorati e ossigeno liquido possono generare una massa esplosiva. Acidi in genere e cloruro di Alluminio.
10.6. PRODOTTI PERICOLOSI DI DECOMPOSIZIONE
Fumi clorurati, Anidride Carbonica e Monossido di Carbonio. In presenza di contaminazione batterica specifica (batteri anaerobici solfo riduttori) e di periodi prolungati di stoccaggio, il prodotto può degradarsi sviluppando piccole quantità di solfuro d’idrogeno (H2S), che può accumularsi negli spazi liberi delle cisterne. Il fenomeno è favorito dalla presenza di acqua.

11. INFORMAZIONI TOSSICOLOGICHE
11.1. INFORMAZIONI SUGLI EFFETTI TOSSICOLOGICI
L'introduzione anche di piccole quantità di liquido nel sistema respiratorio in caso di ingestione o per il vomito può provocare broncopolmonite ed edema polmonare. Per esposizione ripetuta il prodotto può esercitare un'azione sgrassante sulla pelle, che si manifesta con secchezza e screpolature. Il prodotto contiene sostanze molto volatili che possono provocare significativa depressione del sistema nervoso centrale (SNC), con effetti quali sonnolenza, vertigini, perdita dei riflessi, narcosi.
Tossicità acuta
I dati sull’uomo indicano che la sostanza ha tossicità acuta (orale, dermica e inalatoria) molto bassa; tuttavia, essa può provocare lesioni se a contatto come liquido nel polmone. L’esposizione prolungata ad alti livelli di vapori potrebbe provocare profonda depressione del sistema nervoso centrale. Gli animali testati in laboratorio rispondono in maniera analoga all’uomo. I dati raccolti non supportano la classificazione della sostanza secondo i criteri di tossicità acuta orale, dermica o inalatoria; tuttavia, dovrebbero essere considerate avvertenze per pericolo di aspirazione e potenziali effetti narcotici ad alte concentrazioni.
Di seguito si riportano sinteticamente gli studi per la classe di pericolo in esame.

Vie di Esposizione: Orale, Inalazione e Pelle.
Tossicità Acuta
Orale LD50: Ratto: > 5000 mg/kg
Inalazione LC50: Ratto: > 7630 mg/l (8h)
Pelle LD50: Ratto: > 2000 mg/kg

Corrosione/Irritazione cutanea
La letteratura sull’uomo indica che sostanze appartenenti a questa categoria producono irritazione cutanea, ma non sembrano essere severi agenti irritanti cutanei o corrosivi. Allo stesso modo, le sostanze applicate sulla pelle del coniglio producono solo irritazione cutanea ma non corrosione.
I dati indicano la classificazione della sostanza come Irritante per la pelle Categoria 2.
Coniglio: non irritante (OECD Guideline 404).

Lesioni oculari gravi/irritazioni oculari gravi.
Gli studi evidenziano casi di irritazione oculare in seguito ad esposizione a vapori in concentrazioni uguali o maggiori a 200 ppm, ma gli effetti sono blandi e le informazioni dose-risposta non sono conclusive. I test sul coniglio non indicano evidenza di irritazioni oculari quando la sostanza è instillata negli occhi.
Tali dati non supportano quindi la classificazione della sostanza nella classe di pericolo in esame.
Coniglio: non irritante (OECD Guideline 405).
Sensibilizzazione respiratoria o cutanea
Sensibilizzazione respiratoria
Questo endpoint non è un requisito del regolamento REACH; non sono disponibili informazioni per questa categoria.
Tuttavia, non si prevede che sostanze appartenenti a questa categoria provochino sensibilizzazione respiratoria.
Sensibilizzazione della pelle
Nella letteratura sull’uomo sono riportati casi di dermatiti allergiche da contatto dovuti all’esposizione agli additivi del petrolio, quali coloranti o antiossidanti, piuttosto che ai prodotti petroliferi stessi. I test effettuati sul porcellino d’india non indicano effetti di sensibilizzazione cutanea.
Porcellino d’India: non sensibilizzante (OECD Guideline 406).
Studi con volontari umani hanno mostrato assenza di proprietà sensibilizzanti e fotosensibilizzanti

Mutagenesi
La letteratura sui test di tossicità genetica in vivo e in vitro dei derivati petroliferi è molto ampia. I risultati non mostrano però evidenza di potenziale genotossico delle sostanze.
Test di Ames: negativo (OECD Guideline 471).
Citotossicità: negativo (OECD Guideline 475).

Teratogenesi
Effetti sulla fertilità
I test di tossicità riproduttiva su diversi tipi di nafta non mostrano effetti fino a livelli di 25000 mg/m3. I dati non supportano la classificazione della sostanza come tossica per la riproduzione.
Effetti sullo sviluppo
Gli studi non indicano evidenza di tossicità sullo sviluppo; in particolare, la frequenza di malformazioni non è aumentata e non ci sono evidenze di tossicità fetale o letalità.
Ratto: sostanza non tossica per la riproduzione (OECD Guideline 421).

Cancerogenesi
I dati sugli animali indicano che l’esposizione tramite inalazione ad alti livelli di benzina può produrre tumori al rene del ratto maschio e al fegato dei topi femmine. L’insorgenza delle patologie è da attribuire alle frazioni più altobollenti (aromatiche o paraffiniche) presenti nella nafta completamente vaporizzata, ma che sono scarsamente contenute nella fase ‘vapore’ a cui normalmente è esposto l’uomo. Gli studi non supportano la classificazione della nafta di per sé come cancerogeno.
Ratto: sostanza non cancerogena (OECD Guideline 453).
Tossicità specifica per organi bersaglio (STOT)
esposizione singola:
Questa sostanza è classificata STOT SE3 3 H336 (Può provocare sonnolenza o vertigini).
Tossicità specifica per organi bersaglio (STOT)
esposizione ripetuta:
Sono disponibili alcuni studi su sostanze simili (solventi idrocarburici di vario tipo). Ai dosaggi più alti sono stati riscontrati leggera diminuzione di peso e danni renali. Questi ultimi sono comunque specifici della specie di animali di prova (ratto) e non riscontrabili negli esseri umani. Pertanto la sostanza non è classificata pericoloso per tale end-point ai sensi delle normative sulle sostanze pericolose.
Pericolo in caso di aspirazione Poiché questa sostanza ha una viscosità < 20,5 mm2/s a 40°C è possibile che si verifichi l’aspirazione del prodotto nei polmoni, pertanto è classificata Xn R65 (Nocivo: può causare danni ai polmoni in caso di ingestione) e Asp. Tox. 1
H304 (Può essere letale in caso di ingestione e di penetrazione nelle vie respiratorie).
Altre informazioni
Neurotossicità
L’esposizione ad alti livelli di benzina può produrre depressione acuta del sistema nervoso centrale nell’uomo e negli animali. L’esposizione ripetuta a bassi livelli (occupazionali) di benzina ha prodotto poche prove di effetti neurologici cronici nell’uomo e negli animali.
Immunotossicità
L’esposizione a benzina non influisce sul sistema immunitario degli animali a livelli fino a 20000 mg/m3.

12. INFORMAZIONI ECOLOGICHE
12.1. TOSSICITÀ
LC50 – crostaceo (Crangon crangon) 4.3 mg/l (96h)
LC50 – pesce (Cheatogammarus marinus) 2.6 mg/l (96h)
12.2. PERSISTENZA E BIODEGRADABILITÀ
Degradazione abiotica: I test non sono richiesti in quanto la nafta è una sostanza UVCB.
Degradabilità biotica:
Idrolisi
I dati disponibili indicano che la nafta è resistente all’idrolisi poiché non possiede gruppi funzionali reattivi in maniera idrolitica.
Pertanto, è ragionevole pensare che il processo di degradazione tramite idrolisi non comporta una perdita misurabile della sostanza nell’ambiente.
Foto-trasformazione/Fotolisi
Gli endpoint di foto-trasformazione in aria, acqua e suolo non sono requisiti del regolamento REACH.
Biodegradabilità
I dati sulla biodegradazione in acqua e suolo non sono requisiti del regolamento REACH per la nafta poiché si tratta di una sostanza UVCB.
12.3. POTENZIALE BIOACCUMULABILE
In caso di dispersione nell'ambiente, i costituenti più volatili del prodotto evaporano nell'atmosfera, dove subiscono processi di degradazione rapidi. Questo fenomeno contribuisce alla formazione di smog
fotochimico. La parte rimanente è da considerare "inerentemente" biodegradabile, ma non "prontamente" biodegradabile: può risultare moderatamente persistente, particolarmente in condizioni anaerobiche.
12.4. MOBILITÀ
Dati non disponibili.
12.5. RISULTATO DELLA VALUTAZIONE PBT E VPVB
La sostanza non soddisfa i criteri di classificazione PBT o vPvB di cui all’allegato XIII del REACH.
12.6. ALTRI EFFETTI AVVERSI
Dati non disponibili.

13. CONSIDERAZIONI SULLO SMALTIMENTO
13.1. METODI DI TRATTAMENTO DEI RIFIUTI
Applicare le normative locali, nazionali e comunitarie. Non smaltire la sostanza nelle acque reflue. Gli imballi vuoti e puliti possono essere riutilizzati, previa loro pulizia con acqua, riciclati od eliminati in conformità alle vigenti normative oppure inviare gli imballi ad un impianto di incenerimento autorizzato per i rifiuti industriali.

14. INFORMAZIONI SUL TRASPORTO
SOSTANZA PERICOLOSA PER LA NORMATIVA SUL TRASPORTO ADR-RID-ADN-IMO/IMDG- IATA/ICAO
14.1. NUMERO ONU UN 3295
14.2. NOME DI SPEDIZIONE DELL’ONU
IDROCARBURI, LIQUIDI, N.A.S. (nafta pesante idrodesolforata) (ita)
HYDROCARBONS, LIQUID, N.O.S. (Naphtha (petroleum), hydrodesulfurized heavy) (ing)
14.3. CLASSE DI PERICOLO CONNESSO AL TRASPORTO
Classe: 3
Pericolo per l’ambiente
14.4. GRUPPO DI IMBALLAGGIO III
14.6. PRECAUZIONI SPECIALI PER GLI UTILIZZATORI
Il trasporto deve essere effettuato da veicoli autorizzati al trasporto di merce pericolosa secondo le prescrizioni dell'edizione vigente dell'Accordo ADR e le disposizioni nazionali applicabili. Il trasporto deve essere effettuato negli imballaggi originali e, comunque, in imballaggi che siano costituiti da materiali inattaccabili dal contenuto e non suscettibili di generare con questo reazioni pericolose. Gli addetti al carico e allo scarico della merce pericolosa devono aver ricevuto un'appropriata formazione sui rischi presentati dal preparato e sulle eventuali procedure da adottare nel caso si verifichino situazioni di emergenza. Evitare il contatto diretto del prodotto con la pelle. Identificare potenziali aree di contatto indiretto con la pelle. indossare guanti di protezione (testati secondo lo standard EN374) se esiste la probabilità che la sostanza entri in contatto con le mani. Eliminare le contaminazioni/fuoriuscite non appena esse si verifichino. Rimuovere immediatamente qualsiasi contaminazione con la pelle. Fornire una formazione di base al personale mirata alla prevenzione/limitazione delle esposizioni. (E3).
14.7. TRASPORTO DI RINFUSE SECONDO L’ALLEGATO II DI MARIPOL 73/78 E IL CODICE IBC
Non è previsto il trasporto di rinfuse.
14.8. INFORMAZIONI VARIE
Trasporto Merci Pericolose ADR: Codice di Classificazione: F1 - Codice di Restrizione Galleria D/E
Trasporto Merci Pericolose RID: Codice di Classificazione: F1
Trasporto Merci Pericolose IMDG/IMO: Marine pollutant: si- EmS: F-E, S-D
Trasporto Merci Pericolose IATA/ICAO: ERG code: 3L

15. INFORMAZIONI SULLA REGOLAMENTAZIONE
15.1. NORME E LEGISLAZIONE SU SALUTE, SICUREZZA E AMBIENTE SPECIFICHE PER LA SOSTANZA O LA MISCELA
· Direttiva CE 45/1999 (DPD) e successivi aggiornamenti e modificazioni insieme al recepimento italiano;
· Direttiva CEE 548/1967 (DSD) e successivi aggiornamenti e modificazioni insieme al recepimento italiano;
· Regolamento CE 1272/2008 (CLP) e successivi aggiornamenti e modificazioni;
· Regolamento CE 1907/2006 (REACH) e successivi aggiornamenti e modificazioni;
· Regolamento CE 453/2010.
· Pre-registro REACH: Sostanza inclusa nell’elenco delle sostanze pre-registrate, pubblicato dall'Agenzia europea per le sostanze chimiche' (ECHA), in accordo con l'Articolo 28 del Regolamento CE 1907/2006 (REACH) e successivi aggiornamenti e modificazioni.
Ulteriori informazioni: http://apps.echa.europa.eu/preregistered/pre-registered-sub.aspx
· Sostanze SVHC soggette ad Autorizzazione, incluse nell'Allegato XIV del Regolamento CE 1907/2006 (REACH) e successivi aggiornamenti e modificazioni: Nessuna.
· Sostanze SVHC candidate da inserire nell'Allegato XIV del Regolamento CE 1907/2006 (REACH) e successivi aggiornamenti e modificazioni: Nessuna.
15.2. VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA CHIMICA
Il fornitore non effettuato e fornito una valutazione della sicurezza chimica.

16. ALTRE INFORMAZIONI
16.1. ALTRE INFORMAZIONI
· Descrizione delle indicazioni di pericolo esposte alla sezione 2.
H226 liquido e vapore infiammabile
H304 può essere letale in caso di ingestione e di penetrazione nelle vie respiratorie
H336 può provocare sonnolenza o vertigini
EUH066 l'esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpolature della pelle
· Descrizione dei consigli di prudenza esposti alla sezione 2.
P102 Tenere fuori dalla portata dei bambini.
P210 Tenere lontano da fonti di calore/scintille/fiamme libere/superfici riscaldate - Non fumare
P280 Indossare guanti/indumenti protettivi/Proteggere gli occhi/il viso
P301+310 In caso di ingestione: contattare immediatamente un centro antiveleni o un medico
P331 Non provocare il vomito
P501 Smaltire il prodotto/recipiente in conformità al D.Lgs. 152/06 e s.m.i.
· Descrizione delle frasi di rischio esposte alla sezione 2.
R10 infiammabile
R65 nocivo: può causare danni ai polmoni in caso di ingestione.
R66 l'esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpolature della pelle
Normativa e Fonti di Riferimento
· Regolamento CE 1907/2006 (REACH) e successivi aggiornamenti e modificazioni;
· Regolamento CE 1272/2008 (CLP) e successivi aggiornamenti e modificazioni;
· Regolamento CE 453/2010.
· Direttiva 1999/45/CE e successivi aggiornamenti e modificazioni.
· Direttiva 67/548/CEE e successivi aggiornamenti e modificazioni- 29° ATP.
· Agreement concerning the international carriage of Dangerous goods by Road (ADR).
· Règlement concernent le Transport International Ferroviaire des Marchandises Dangereuses (RID).
· International Carriage of Dangerous Goods by Inland Waterways (ADN).
· International Maritime Dangerous Goods Code (IMDG Code).
· International Air Transport Association (IATA).
· IUCLID Chemical Data Sodio Idrossido (ESIS/CE).
· NIOSH Occupational Health Guidelines for Chemical Hazards
· TOXNET - Databases on toxicology, hazardous chemicals, environmental health, and toxic releases
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